Fnp Sardegna
Problemi e attese degli anziani nell’intervista di Vannalisa Manca, segretaria generale FNP Sassari, al settimanale cattolico “Libertà”
Guardare dietro la facciata di una palestra di ginnastica dolce, di uno sconto sul bus, di un tributo comunale agevolato; sollevare il velo delle apparenze, delle immagini ad effetto e scoprire un mondo di “invisibili”, di oltre 10 mila persone in povertà assoluta e altrettante nella soglia minima di sopravvivenza. Da quando oltre tre anni fa ha lasciato l’”osservatorio” de La Nuova Sardegna, Vannalisa Manca accende ogni giorno il suo radar sulla qualità della vita dei sassaresi, soprattutto over 70.
Essere anziano a Sassari che cosa comporta in senso positivo e in senso negativo?
Se guardiamo l’indice di vecchiaia c’è da preoccuparsi un po’, non solo a Sassari, ma nell’intera provincia del nord Sardegna. Nel 2022 l’indice di vecchiaia era pari a 230 anziani ogni 100 giovani. Si invecchia e non c’è “ricambio”. E l’ipotesi di innalzare l’età di 10 anni, quindi ai 75, per definirsi anziani, dovrebbe farci immaginare che si vive meglio, si mangia più sano, ci si ammala di meno.
Peccato che questi dati appartengano solo alle statistiche. Se è vero che talvolta i tributi comunali sono agevolati a seconda dell’Isee, che l’abbonamento al bus è dimezzato per gli ultrasessantacinquenni, che le palestre ospitano corsi di persone anziane che mantengono tonico il loro corpo, pensiamo alla normalità. Ma se solleviamo il velo ci rendiamo conto che ci sono gli invisibili, quelli che rinunciano alle cure perché devono scegliere se curarsi o mangiare o aiutare i figli senza lavoro; ci sono quelle diecimila persone in povertà assoluta. E altrettante che hanno un reddito che è sotto la soglia minima di sopravvivenza. Lo sa bene la nostra Anteas, che distribuisce pacchi di cibo a centinaia di famiglie. E’ un disagio che soprattutto le persone anziane devono affrontare.
Nel suo territorio ci sono effettive possibilità di vivere in modo attivo la terza età
I dati non sono confortanti, anzi, hanno un forte impatto sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo e su quello sanitario. Le snocciolo altri dati che rendono ancora più chiara la mia tesi. Per capire quanto si è anziani a Sassari e in provincia e come stanno gli anziani, come vivono, basta pensare a quello che viene definito l’indice di dipendenza strutturale. Questa voce rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ecco, in provincia di Sassari nel 2023 si sono registrati 55,8 individui a carico, ogni 100 che lavoravano. E l’indice di ricambio della popolazione attiva (che rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro), denuncia che la popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100. Sempre in provincia di Sassari nel 2023 l’indice di ricambio è stato pari a 170,9: cioè significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. E nonostante questo, la terza età sa reagire, quando le forze lo consentono. Donne e uomini non si arrendono al camino e alla tv, fanno molto volontariato, si inventano lavori di bricolage, promuovono corsi culturali. C’è un grande lavoro che nella normalità non vediamo perché, appunto, è diventato normalità. D’altra parte, se i giovani lasciano la loro terra per motivi di studio o di lavoro, gli anziani fanno mutuo soccorso tra di loro.
Se gli amministratori di Sassari non sono attenti alla risorsa terza età, lei che proposte concrete ha fatto o si sente di fare al Comune per l’impegno fattivo degli anziani utile alla città?
Le proposte possono partire soltanto una volta avere acquisito i dati e la consapevolezza della grave situazione che questi dati determinano. Tutte le statistiche parlano chiaro. In Sardegna ci sono sempre più barbe bianche. Da un lato la barba bianca è positiva perché è garanzia di saggezza, di esperienza, di storia, di cultura, di longevità; dall’altro comporta seri problemi di organizzazione: dal mondo assistenziale a quello sanitario, a quello giovanile e del lavoro. Secondo i recenti dati
Istat, l’Isola è al quarto posto tra le regioni con l’età media più alta della popolazione. In vent’anni a Sassari il numero dei residenti è rimasto più o meno invariato (120.690 abitanti nel 2002, 121.409 nel 2023), ma l’età media è aumentata notevolmente, passando da 40,5 a 48,1.
Cioè, la popolazione invecchia. Anche se il primato della provincia più anziana è Oristano ? che si conferma l’ottava in Italia ? la popolazione invecchia progressivamente anche nelle provincie di Nuoro e Sassari.
Consideriamo che vent’anni fa gli ultrasessantacinquenni sassaresi erano 18.159, oggi siamo a 30.896. Ma a Sassari, invecchiano anche le mamme. E non meno grave è il calo della fecondità che si nota particolarmente nella provincia di Sassari, con un numero di figli per donna in calo dal 1.06 al 0.98. Ora è chiaro che con questi dati tutti i Comuni devono riprogrammare le loro politiche sociali, culturali, economiche, assistenziali, sanitarie. Perché, alla luce di tutti quei dati che abbiamo elencati e che denunciano la precarietà anche dei più giovani, l’anziano incarna quello che nelle nostre generazioni incarnava il nucleo familiare. Oggi i nonni ? e spesso il nonno o la nonna, quelli rimasti soli o perché vedovi o perché divorziati ? sono per i nostri giovani il nucleo familiare. Sono quelli che vanno a prendere i nipoti a scuola; quelli che giocano coi nipoti la sera: sono i nuovi baby sitter. Ma sono spesso anche la fonte economica che aiuta la famiglia giovane ad arrivare a fine mese. Sono la roccia sulla quale ? ancora oggi ? si regge la nostra società.
Per questo ci stiamo attivando nei territori proprio per trovare insieme alle amministrazioni pubbliche un modo per recepire le necessità delle persone anziane e famiglie fragili, e parliamo anche dal punto di vista economico. Una contrattazione sociale per dare respiro a quanti si trovano in difficoltà. Ma il vero programma è
nell’armonia che la Politica saprà creare nel far vivere insieme il nonno col nipote, il padre con il figlio, il marito con la moglie, il lavoratore con il suo collega e i suo capo.
Lei si sta molto impegnando sul dialogo intergenerazionale
Certo, di fronte a una popolazione che invecchia, non possiamo che far dialogare i giovani con i vecchi. Dobbiamo raccontarci vicendevolmente. Quest’anno realizziamo anche un progetto con gli studenti del Liceo Castelvì e porteremo direttamente sui banchi di scuola gruppi di anziani per un confronto su vari temi. Per vivere con i giovani dobbiamo capirli e a loro un pizzico di esperienza e saggezza i nostri anziani potranno darla.
Proposte per la Continuità associativa?
Questa è un po’ una spina nel fianco, il patto sottoscritto a suo tempo con la Confederazione non riesce a decollare. Non ci scoraggiamo e cerchiamo di operare insieme alle categorie per raccontare ai prossimi pensionati perché è importante per la loro tutela o le convenzioni avere al loro fianco la Fnp.
Mario Girau